Design Stories

GLOCAL e il restyling di Giulio Cappellini


Il valore globale del design italiano

Mirage

Il desiderio di trovare soluzioni inedite, che veicolino contemporaneamente il concetto globale-locale, spinge Mirage a cercare una sinergia tra l’alta tecnologia industriale e l’artigianato.

Glocal può essere considerato come il prodotto dell’era post-industriale, una nuova dimensione in cui l’industria, dalla grande produzione in serie, si modula acquisendo una flessibilità che risponde alle richieste di personalizzazione espressive e progettuali.

Flessibilità significa adattabilità, velocità e soprattutto coraggio di realizzare prototipi in tempi brevi, spinti dal desiderio di sperimentare, di investire, anche rischiando, perché innovare significa andare là dove non ci sono certezze assolute, significa letteralmente osare.


Glocal x Giulio Cappellini x Mirage

Mirage
Mirage

Sarà un caso, ma il nome della nostra collezione Glocal conteneva già le iniziali di Giulio Cappellini.

Molti dicono che il caso non esiste o, forse, accade semplicemente che ogni creazione ben riuscita, ogni lavoro che arriva a centrare fin da subito il proprio obiettivo, porti già con sé i semi della sua naturale evoluzione e allora, basta seguire il flusso e lasciarsi ispirare. Ci piace pensarla così, anche perché la collaborazione con uno dei designer iconici dello stile italiano nel mondo, si è rivelata, sin dall’inizio, una sinergia praticamente perfetta. Mirage e Giulio Cappellini collaborano in un dialogo di puro design e di passione creativa per far rinascere una storica collezione in gres porcellanato, prodotto culto del marchio emiliano Made in Italy.
“Giulio Cappellini – spiega Massimiliano Croci, direttore marketing di Mirage –  incarna l’essenza dell’eleganza e dell’innovazione, creando un equilibrio perfetto tra razionalità, fantasia ed eclettismo. Scrupolosamente attento ai dettagli, ha saputo condurre una rivisitazione rispettosa, arricchendo la collezione con nuove soluzioni decorative che la valorizzano, mantenendo il suo fascino originale”.
Glocal x Cappellini x Mirage amplia e rivisita la palette cromatica di un bestseller come Glocal, includendo ora 8 nuovi colori e nuove decorazioni materiche per una proposta estetica più ampia, eclettica e contemporanea.
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A sei anni dalla sua nascita, la collezione viene ripresentata nella nuova veste al Cersaie 2023.

Arricchita da toni di tendenza che trasformano i naturali in nuances più chiare e calde, o in varianti con sfumature di azzurro, verde o terracotta. I colori rimangono neutri, ma diventano più morbidi e decisi, acquistando maggiore personalità. Perfettamente combinabili tra loro, facilitano inoltre le scelte progettuali, ampliando le possibilità applicative del prodotto. La collezione, ispirata al cemento rasato, interpreta pienamente la filosofia di Mirage, combinando in un unico prodotto, il minimalismo essenziale del cemento, con contrasti cromatici e variazioni superficiali più audaci, coniugando la vocazione di un’azienda che sa rivolgersi ad un mercato globale, mantenendo i valori artigianali di una produzione locale. E proprio quest’ultimo rappresenta un aspetto importante per Giulio Cappellini, da sempre attratto dalla produzione industriale.

“Quando mi è stato chiesto di intervenire sulla revisione della collezione Glocal di Mirage, ho accettato con grande piacere perché confrontarmi con sistemi produttivi e materiali diversi è sempre qualcosa di molto interessante per me”.
Mirage

Mirage passion

La passione per il nuovo è stata fin da subito la parola chiave del progetto.


La passione unisce il lavoro e l’esperienza di Mirage, con il genio di Giulio Cappellini che, nel nostro team, ha trovato un partner dalle modalità affini, sia per entusiasmo che per versatilità:
“Se da una parte c’è una grande industria, – dice Cappellini – dall’altra ho visto un team di persone che amano prendere i propri rischi, che amano innovare, che amano veramente cercare di creare qualcosa di nuovo”.

E il nuovo si è espresso anzitutto nella rivisitazione cromatica della collezione, per mixare tra loro le tonalità originali con gli 8 nuovi colori, in un restyling, realizzato con grande delicatezza, che permette di continuare ad utilizzare la collezione per pavimenti e rivestimenti sia in interni che in esterni. L’ampliamento della gamma di utilizzo riguarda anche l’aggiunta di soluzioni decorative che danno la possibilità di mixare texture differenti, racconta Cappellini:
“Oltre alla palette colori più attuale, abbiamo scelto degli interventi veri e propri di lavorazione, di impressione o di inserimento di un altro tipo di materiale in queste lastre, dando al prodotto una connotazione che permette al progettista, all’architetto, nel caso degli esterni o al decoratore di interni, di poter creare degli elementi fortemente personalizzati”.

L’impressione sulle lastre crea un effetto materico con elementi tondi e quadrati che si ispirano alle architetture moderne, con un particolare richiamo a quelle giapponesi, così la superficie a rilievo anima ulteriormente le scelte cromatiche grazie a decori tono su tono.
Rigore formale e dall’altra parte l’inserimento del colore, sono un po’ i due principi su cui mi muovo normalmente”.

Lo stile di Cappellini, che da sempre lavora su geometrie rigorose, distintive del design e dell’architettura contemporanea, chiavi di un concetto estetico senza tempo, osa intervenire, per Glocal, con spot di colore che muovono il rigore della forma dai toni naturali, conferendo al prodotto un fascino ed una personalità molto interessanti.
Mirage
Mirage

Un processo industriale dall’anima artigianale.

Se da un lato c’è un prodotto dal background fortemente industriale, dall’altro c’è una altrettanto forte ricerca per dare quella personalità e quella versatilità, che sono maggiormente caratteristiche della produzione artigianale.

E anche in questo processo, Giulio Cappellini è un partner ideale con cui guardare nella stessa direzione.
“Ho cercato di lavorare sulle contaminazioni, una base di un prodotto fortemente industriale, lavorato in maniera assolutamente industrializzata, con la contaminazione di elementi che abbiano un tocco artigianale. Questo penso che sia veramente un elemento vincente per il prodotto Italiano. Io dico sempre che il mondo ci invidia sì, la tecnologia da una parte, ma dall’altra parte ci invidia sicuramente il tocco umano”.
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